Nelle scuole medie di Valmontone la memoria nutre il senso della vita, scoperte due targhe
[bxslider id=”nelle-scuole-medie-di-valmontone-la-memoria-nutre-il-senso-della-vita-scoperte-due-targhe-alle-medie”]
VALMONTONE (RM) – «Un Paese che non è custode della propria storia, anche nei suoi risvolti più duri e difficili da ripercorrere, non può avere futuro. Ed è con questa consapevolezza che tributiamo il nostro omaggio commosso a tutte le vittime dell’olocausto – furono 44 mila solo i deportati italiani – della follia, violenta e priva di qualsiasi giustificazione, del nazifascismo. Donne, uomini e bambini privati della loro dignità, della loro essenza stessa di persone, ridotte a numeri marchiati sulla pelle per la loro diversità, sia essa religiosa, sessuale, etnica o politica».
Sono le parole con cui il vice sindaco e assessore alla cultura del Comune di Valmontone, Eleonora Mattia, ha iniziato il proprio intervento davanti ai ragazzi delle scuole medie Oreste Giorgi e Zanella in occasione delle iniziative legate alla celebrazione del Giorno della Memoria. Alle manifestazioni, che hanno avuto momenti particolarmente intensi e toccanti, e hanno offerto spunti di riflessione importanti ai giovanissimi valmontonesi, hanno preso parte anche il presidente del consiglio comunale, Mirko Natalizia, i due presidi delle scuole, Pietro Pascale e Pasquale Matarazzo, e Pierluigi Sanna, della casa editrice Annales.
«Nel giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz – precisa Mirko Natalizia – l’Amministrazione ha voluto donare due grandi targhe commemorative e, insieme al personale docente, sono state realizzata alcune letture, di testimonianza di quegli anni tristi, fatte dagli studenti».
«La memoria – conclude la Mattia – è un patrimonio condiviso su cui costruire il presente. Una memoria che, purtroppo, in questi tempi spesso latita, appare vaga, frastornata, presa a calci e vituperata da un potere che tende a cancellare, in virtù di un’effimera apparenza, il senso del passato e della nostra storia. Dimenticando che proprio questi sono la rappresentazione concreta del senso della vita».