Segni. Inaugurata al Palazzo del Vescovado una interessante mostra di pittura in ricordo dell’artista Bruno Recchia
SEGNI (Eledina Lorenzon) – È stata inaugurata nel pomeriggio di Venerdì 10 Maggio, presso il Palazzo del Vescovado a Segni, la bella mostra in ricordo del pittore Bruno Recchia.
Numeroso il pubblico intervenuto nelle belle sale, dove hanno fatto bella mostra le tele dell’artista scomparto il 30 Aprile 2018, anno del suo 50° anniversario di attività artistica.
Breve e commosso l’intervento del nipote Bruno Recchia che ha evidenziato come la mostra abbia l’intento di ricordare un grande artista che con la sua opera ha dato lustro alla città di Segni, a distanza di tanti anni dalla sua ultima esposizione dovuta alla malattia che lo ha tenuto lontano dalla sua grande passione che era la pittura.
“Anarchico dell’arte” ha saputo dare origine ad una produzione artistica variegata, riscuotendo grandi successi tra il pubblico e premi in concorsi e rassegne sia in Italia che all’estero.
Una personalità davvero eclettica che ha espresso sentimenti ed emozioni anche attraverso il linguaggio universale della poesia che, come nella pittura, è stato testimonianza di una attenta ricerca di se stesso, dove la positività vince sempre sulla negatività, la luce sull’oscurità e la speranza sulla disperazione.
Il Sindaco Piero Cascioli, che a Bruno Recchia – era legato da profonda amicizia – ha evidenziato l’importanza che questo sentimento aveva per l’artista.
Ha poi ricordato come, nel corso degli anni di attività artistica, abbia più volte recensito, sull’allora Cronache della Provincia e successivamente su Cronache Cittadine, le opere esposte nelle tante mostre cui l’artista ha partecipato sottolinenando come nei suoi quadri abbia riprodotto momenti, paesaggi, oggetti, cose, persone, affetti, dolori così da leggervi il percorso della sua vita. e come la sua vena artistica sia sempre stata caratterizzata da una musa ispiratrice ogni volta diversa e dettata da un’emozione, da un affetto o da un amore finito.
L’artista Gustavo Matrodomenico ha poi illustrato nel dettaglio l’opera dell’artista, approfondendo soprattutto alcuni dei quadri esposti e ricordando come Bruno Recchia fosse nato, esattamente cento anni dopo , nello stesso giorno e mese del grande pittore olandese Vincent van Gogh, cosa di cui era molto orgoglioso! “Artista dei buoni sentimenti” nonostante la sofferenza pervada le sue opere, egli credeva nella bontà, nell’amore e nell’amicizia, sentimenti che ha saputo riversare nelle sue opere.
Le opere in mostra sanno regalare al visitatore, anche più disattento, grande emozione per la ricchezza del colore, per la vena a volte melanconica, a volte goliardica che le pervade e, mentre il sole di questo maggio piuttosto anomalo sta per tramontare, una luce tenue avvolge le antiche sale del Palazzo del Vescovado creando un’atmosfera quasi magica che ci induce ad riflettere sul messaggio che l’artista, soprattutto nell’opera stupenda della “Crocifissione”, lascia in eredità ad ognuno di noi: “nonostante il dramma, la vita e l’affettività vincono sempre”.