Roma Prenestino. 60mila articoli tra scarpe e abbigliamento al cromo e piombo sequestrati dalla Polizia
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ROMA – Cromo e piombo ben al disopra dei limiti consentiti. E’ quanto accertato ieri a seguito di un controllo effettuato all’interno di un magazzino in via Rina Monti, al Prenestino.
Violazione relativa alla tutela della salute e dell’incolumità pubblica e violazione concernenti la normativa sul transito e sull’importazioni delle merci. Questi i reati per i quali sono stati denunciati dalla Polizia 2 cittadini cinesi responsabili del magazzino.
Verifiche a “360°” eseguite dagli agenti della Divisione Amministrativa della Questura,
cui hanno attivamente collaborato anche gli uomini dell’Ufficio Immigrazione, dell’agenzia delle Dogane, della Direzione Centrale Antifrodi, della Direzione Territoriale del Lavoro e del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.
Al momento del controllo, all’interno del magazzino sono stati identificati 10 cittadini cinesi risultati amministrativamente in regola con la posizione sul Territorio Nazionale; personale della Direzione Territoriale del Lavoro sta invece verificando la loro posizione in merito alla normativa sul lavoro.
L’ingente quantitativo di merce presente nel magazzino, è stato sottoposto ad un test utilizzando un apparecchio in dotazione all’Agenzia delle Dogane. I risultati hanno evidenziato – su jeans e su scarpe di diverso tipo e modello – la presenza diverse sostanze tossiche, in particolare cromo e piombo, in percentuale ben al di sopra del consentito secondo le vigenti normative in materia.
Tutta la merce è stata sequestrata; si tratta complessivamente di 45.000 paia di scarpe e di 15.000 capi d’abbigliamento.
Accertata anche la presenza di merce priva di documentazione commerciale, presumibilmente in contrabbando dei diritti doganali, sulla quale sono in corso ulteriori verifiche.
Riscontrate infine irregolarità – per quanto riguarda il discorso sicurezza – da parte del personale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.
In particolare le uscite di emergenza e le vie di esodo non erano tutte fruibili, poiché ostruite da cancelli con lucchetti o da merci varie; inoltre l’impianto di allarme antincendio e dell’illuminazione di emergenza non erano funzionanti.