Ospedale di Colleferro. Da “Dea di I Livello” all’oblio delle annose gravi carenze di personale e di strumentazioni. E la risonanza magnetica?
COLLEFERRO – Lo scorso 8 Dicembre, un drammatico incendio ha divorato parte dell’Ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli costringendo la dirigenza dell’Asl Roma 5 a distribuire i servizi offerti dalla struttura, negli altri presidi ospedalieri della Asl, ma anche presso gli ospedali della Capitale “Sandro Pertini” e Fatebenefratelli Isola Tiberina – Gemelli.
A tale redistribuzione ha fatto seguito anche un trasferimento temporaneo di personale dal “San Giovanni Evangelista” di Tivoli al “L.P. Delfino” di Colleferro, al “Coniugi Bernardini” di Palestrina, al “SS Gonfalone” di Monterotondo ed all’“A. Angelucci” di Subiaco.
Dal punto di vista funzionale l’Ospedale “L.P. Delfino” di Colleferro, in questo contesto, è diventato di fatto un Dea di I Livello.
L’8 Febbraio il Direttore Generale dell’Asl Rima 5, Giorgio Giulio Santonocito, lasciava il suo incarico nella Asl Roma 5 per “tornare a casa”, in Sicilia, a dirigere l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino” di Messina.
Il 18 Marzo scorso veniva presentato dal Presidente della Regione Lazio (con delega alla Sanità), Francesco Rocca, dal Direttore della Direzione Salute e Integrazione sociosanitaria, Andrea Urbani e dal Direttore Generale Facente Funzioni della Asl Roma 5, Filippo Coiro, il cronoprogramma della riapertura dell’Ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli.
Pochi giorni dopo, il 21 Marzo, Rocca conferiva l’incarico (assunto il 23) di Commissario Straordinario dell’Asl Roma 5 alla D.ssa Silvia Cavalli, proveniente dalla Direzione Generale dell’Asl di Latina.
Nel frattempo siamo giunti nel cuore della progressione del cronoprogamma.
Il prossimo appuntamento sarà il 20 Maggio, con le riaperture del Reparto di Chirurgia Generale (Ala B dell’Ospedale di Tivoli) e del Laboratorio Analisi (Ala A).
E soprattutto il 24 Maggio con le riaperture del Blocco Operatorio (Ala A e B), della Rianimazione (Ala A), del punto Nascita e del Reparto di Emodinamica (Ala A).
A questo punto l’Ospedale di Colleferro – che nel frattempo ha svolto egregiamente il proprio lavoro di “supplente” – smetterà di fungere da Dea di I Livello, ricadendo nell’oblio delle annose gravi carenze di personale, di beni strumentali ed in alcuni casi anche strutturali.
Sul fronte del personale, ci sono carenze praticamente in tutti i reparti: Chirurgia generale e d’urgenza, Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza, Urologia, Nefrologia e Dialisi, Radiologia ed anche al Laboratorio d’analisi.
Mancano almeno: 15 dirigenti medici, 8 infermieri, 6 radiologi, 2 biologi, 4 tecnici di laboratorio ed un operatore sociosanitario. Lo afferma anche la Consigliera Ragionale Eleonora Mattia in una interrogazione depositata nei giorni scorsi.
Sul fronte della strumentazione è abbastanza diffusa la necessità di sostituire o rimodernare macchinari obsolescenti, per non parlare dell’ormai famigerata Risonanza Magnetica.
Nell’Asl Roma 5 ormai da tempo ne sono previste due, una per l’Ospedale di Tivoli ed una per quello di Colleferro.
I relativi finanziamenti sono contemplati nell’accordo di programma tra Regione e Ministero della Salute, ma la Asl ha inserito la richiesta anche nel piano per il Giubileo 2025 e in tal caso ci potrebbero essere delle accelerazioni…
Ma non consola il fatto che – mentre si “spera” di avere a disposizione quanto prima la risonanza magnetica anche nell’Asl Roma 5 (l’unica nel Lazio a non esserne provvista) – sul territorio operino quattro strutture private accreditate che erogano le medesime prestazioni…
La presenza poi della risonanza magnetica nell’Ospedale di Colleferro consentirebbe anche l’apertura di un reparto di Neurologia: oggi, grazie ad un accordo con l’Università di Tor Vergata, i neurologi possono effettuare visite specialistiche ma, per l’assenza di macchinari, non è possibile pensare di strutturare un reparto vero e proprio.
Sul finire dello scorso anno (lo ha detto lo stesso Rocca quando ha presentato il cronoprogramma per la riapertura di Tivoli) è stato approvato l’intervento per il Nuovo Ospedale Tiburtino per un investimento pari a 204 milioni di euro. Il nuovo ospedale disporrebbe di 392 posti letto, a fronte degli attuali 261 posti letto dell’ospedale di Tivoli…
E nella zona della Asl Roma 5 G6 (il Distretto che serve un bacino di circa 70mila abitanti dei Comuni di Artena, Carpineto Romano, Colleferro, Gavignano, Gorga, Labico, Montelanico, Segni, Valmontone, ma anche utenti dei Comuni fuori Asl come Paliano, Serrone, Fiuggi, Anagni,…) cosa si intende fare?
Vogliamo ricordare i “buoni propositi” che decretarono la chiusura di Ostetricia e Ginecologia, Neonatologia e Pediatria in favore dell’Ospedale di Palestrina?
Quando poi si è trattato di distribuire altrove i servizi sanitari dell’ospedale di Tivoli, il “percorso nascita”, in caso di programmazione al parto, è finito fuori Asl, al “Pertini” o all’Isola Tiberina…
L’Ospedale di Colleferro registra circa 4mila ricoveri l’anno (di cui 3.300 programmati e 700 in day hospital) ed oltre 25 mila accessi al Pronto Soccorso…
Ci torna in mente un vecchio progetto, rispolverato in tempi recenti, ma mai perseguito con sufficiente convinzione: il “Policlinico della Valle del Sacco”!
Ed il Comune di Colleferro avrebbe anche lo spazio per realizzarlo, ad un passo dall’autostrada, dalla Casilina, dalle ferrovie normale e Tav, dalle fabbriche…
Abbandonando i sogni, e tornando alla realtà: la volontà è quella di continuare a svuotare e svilire il ruolo dell’Ospedale di Colleferro?
Lo scorso 9 Ottobre il Presidente Rocca ha visitato l’Ospedale di Colleferro.
In quell’occasione ebbe a dire: «C’è una grande attenzione della Regione per l’Ospedale di Colleferro.
Ho respirato un buon clima di collaborazione istituzionale anche con il Sindaco e mi auguro continui così sempre: noi dobbiamo dare risposte ai territori e dobbiamo farlo insieme, in sinergia.
Un ringraziamento particolare al direttore generale che ha ricordato l’importanza del lavoro di squadra, senza il quale non si va da nessuna parte.
Qualità, tecnologie moderne, spazi adeguati.
Questa è la grande sfida: lavorare per consentire ai presidi ospedalieri dei territori di avere tutti gli strumenti degli ospedali delle grandi città.
Continuerà questo lavoro di attenzione sulle province, perché la Sanità del Lazio è ancora troppo romanocentrica.
La gente non deve essere più costretta a fare centinaia di chilometri per ottenere cure adeguate. Il Piano Sanitario che presenteremo a breve va proprio in questa direzione.
Abbiamo pagato un prezzo molto alto per la politicizzazione della sanità. Mai più dobbiamo assistere a interventi sull’organizzazione delle strutture ospedaliere. Mai più ingerenze. C’è un grande lavoro da fare».
Tralasciando il “buon clima di collaborazione istituzionale” tra Rocca ed il Sindaco Sanna, miseramente naufragato con il botta e risposta sul tritacarne di Facebook, non ci sembra che la gente «non deve essere più costretta a fare centinaia di chilometri per ottenere cure adeguate…». Se poi vogliamo parlare di partorire…
Ma intanto è stato predisposto il locale in cui mettere la Risonanza Magnetica all’Ospedale di Colleferro?