Emergenza Coronavirus. Focolai in tutto il Lazio. 12 casi in palestra a Nepi (Vt), 25 in casa di riposo a Concerviano (Ri) e il mini-lockdown a Latina, spiegato dal Dg dell’Asl Giorgio Casati…
IL RIPROPORSI del contagio nel Lazio – ma non solo – sembra essere anche più forte di qualsiasi benché pessimistica previsione.
Mentre l’Istituto Nazionale di Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” il 9 Settembre aveva ricoverati 80 pazienti positivi, dei quali 6 in terapia intensiva, oggi (9 Ottobre), lo stesso istituto ha più del doppio dei ricoverati (172) e quasi il quadruplo di malati da Covid in terapia intensiva (22).
Il 9 Settembre nel Lazio c’erano stati zero decessi, ieri sono stati 6.
Oggi dall’Unità di Crisi della Regione Lazio giunge notizia che è stata chiusa per sanificazione una palestra di Nepi (Vt) dove sono stati verificati 12 casi positivi, dei quali 3 derivanti da una cerimonia di battesimo nel comune di Corchiano. Di conseguenza nel pomeriggio è stata convocata una riunione presso la Asl di Viterbo per valutare situazione epidemiologica e ulteriori misure.
Dalla medesima fonte giunge notizia di un focolaio nella Casa di Riposo “Il Giardino” nel Comune di Concerviano (Ri). Qui, tra ospiti ed operatori, sono stati trovati 25 casi positivi. È stata ovviamente avviata una indagine epidemiologica e la struttura è stata posta in isolamento.
Ed intanto la Regione Lazio in una nota comunica: «Sta circolando in queste ore su WhatsApp un messaggio in cui si parla di ‘Ulteriori misure restrittive emanate con un ‘ordinanza della Regione Lazio’. Nel messaggio non viene specificato che le nuove misure riguardano solo ed esclusivamente l’area della provincia di Latina. Si tratta dunque di una fake news».
Il tutto, infatti, accade all’indomani dell’entrata in vigore dell’ordinanza di Zingaretti [qui l’articolo •>] che istituisce un “mini lockdown” in tutta la Provincia di Latina.
A spiegarne meglio le ragioni è intervenuto il Direttore Generale di quella Asl Giorgio Casati, il quale in una nota spiega quanto segue.
«Le misure adottate, la cui permanenza in vigore è fissata in due settimane, sono state rese necessarie dall’andamento dei dati epidemiologici che, in questi ultimi giorni, è stato tale da giustificare un livello di attenzione superiore a quello fino ad oggi mantenuto.
Su base provinciale, infatti, la prevalenza dei casi attivi è quasi pari a 14 per 10mila abitanti. Se si osserva la distribuzione dei casi per singolo Comune, ben 14 hanno superato abbondantemente la soglia di attenzione, fissata in 10 casi attivi per 10mila abitanti, e altri 4 si avvicinano a tale parametro.
Tale evidenza, rappresenta in modo inequivocabile che il virus è estremamente diffuso in tutta la Provincia che, essendo un sistema aperto, deve pertanto essere considerata come entità unitaria sulla quale intervenire anche allo scopo di preservare il più possibile le realtà con situazioni meno significative.
La situazione attuale del contagio in Provincia di Latina è preoccupante non solo per il momento contingente ma, anche, letto in ottica prospettica.
Con l’avvento dell’autunno e dell’inverno, infatti, le condizioni climatiche maggiormente favorevoli alla diffusione del virus e, in concomitanza, l’inevitabile insorgere delle malattie di stagione, con particolare riferimento all’influenza, dipingono uno scenario certamente non semplice da affrontare in un contesto territoriale dove Sars-Cov-2 risultasse ancora diffusa con le caratteristiche attuali.
È al solo scopo di evitare l’adozione di misure più stringenti, in ipotesi anche la riproposizione di un periodo di lockdown che tutti noi vogliamo scongiurare, che oggi si rende necessaria l’adozione di misure restrittive su tutto il territorio provinciale.
L’insieme delle misure adottate è volto a ridurre i contatti sociali, per un periodo di tempo limitato, impattando prevalentemente sui luoghi o i momenti in cui si creano situazioni di aggregazione nelle quali, per le persone, risulta difficile mantenere i comportamenti idonei per prevenire il contagio (uso continuativo e corretto della mascherina, lavaggio frequente delle mani e distanziamento sociale).
Si tratta di un sacrificio che impatta prevalentemente su alcune categorie sociali e tipologie di esercizi che, tuttavia, non deve essere letto in termini negativi laddove saranno in grado di evitare provvedimenti di natura più restrittiva.
È chiaro che, ancora una volta, siamo tutti posti di fronte a una battaglia che si vince solo restando uniti.
Le misure, da sole, non possono essere efficaci se non accompagnate da comportamenti responsabili.
Questi quattordici giorni sono decisivi al fine di ridurre l’incidenza giornaliera dei nuovi casi: obiettivo, quest’ultimo, che riguarda tutta la collettività. Ci siamo già riusciti una volta, ce la faremo anche in questa».