Critiche di utenti e lodi di dirigenti all’ospedale di Palestrina. OdG in Consiglio Comunale a Colleferro. Ma… l’assistenza sanitaria dov’è?
COLLEFERRO | PALESTRINA (RM) – Mentre su facebook una donna incinta dipinge l’Ospedale di Palestrina a tinte “fosche”, dall’altra parte il Direttore Generale dell’Asl RmG si affretta a diramare un comunicato stampa di “plauso” al nosocomio…
La gestante su facebook: «Situazione ospedale di Palestrina: ricoveri mamme su barelle, nei corridoi ovviamente; ore di ritardo x monitoraggi già programmati; mamme e neonati dimessi in maniera moooolto veloce; raccomandazioni del personale a non farsi venire adesso i dolori a chi sta dopo le 40 settimane di gravidanza;
stanza monitoraggio (5mq) tre mamme accampate minimo più studio appuntamenti ovviamente;
….adesso ditemi voi…..dove ca..o devo andare a partorire? a 10 giorni della scadenza del mio tempo….prima gravidanza….prima esperienza…mi dici di stare tranquilla?ma io ve darei foco!!!!!!Dico che a chi ha fatto tutto questo le vostre figlie dovranno soffrire il quadruplo di quello che sto passando io insieme ad altre mamme che stanno insieme a me…mi fate schifo brutti magn…..i del ca..o!!!! Santo reparto di Colleferro!!!Alla faccia di chi diceva Palestrina è un ottima struttura super organizzata…….! li m……i vostra ridateme la cartella che me ne vado da un altra parte!!!!»
Il Direttore Generale dell’Asl RmG: «Palestrina conferma il suo trend che vede una crescita costante della natalità: già trentacinque i bambini nati nella struttura “Coniugi Bernardini”.
Dal 6 luglio scorso, momento dell’accorpamento dell’attività ostetrica e neonatologica di Colleferro e Palestrina all’interno dello Stabilimento di Palestrina, fino ad oggi i numeri parlano da soli. Il punto nascite ha registrato venti parti spontanei, quindici tagli cesarei, diciotto interventi ginecologici tra Day Hospital e ordinari, centoquindici consulenze di Pronto Soccorso e cinquantuno preospedalizzazioni.
Otto mamme sono proprio di Palestrina, sei di Valmontone, tre sono arrivate da Zagarolo e tre da Genazzano. Hanno scelto i Coniugi Bernardini anche due donne di Carpineto Romano, due di Paliano e due di Artena.
«Sono numeri importanti – commenta il direttore generale della Asl Rmg, Giuseppe Caroli – a conferma anche dell’ottimo lavoro svolto da tutti gli operatori e dalla volontà delle famiglie che da anni ormai scelgono Palestrina per far venire alla luce i propri figli».
È il caso di chiarire che non c’è in corso alcuna “guerra” tra ospedali per la “conquista” dei reparti di Ostetricia/Ginecologia e Neonatologia/Pediatria.
Se così fosse, si tratterebbe di una guerra tra poveri: le direttive ministeriali prevedevano minimo 1000 nati/anno per giustificare la presenza di un reparto di Ostetricia/Ginecologia in un ospedale, pur ‘tollerando” (a tempo determinato) il limite delle 500 nascite, in attesa di accorpamenti…
La capacità più o meno elevata dell’Ospedale di Palestrina di gestire i parti non è cosa che riguarda Colleferro.
Bisogna augurarsi che l’Ospedale di Palestrina riesca in fretta ad organizzarsi per dare una risposta seria all’utenza, perché le gestanti che si affidano a quel nosocomio, e i bimbi che vi nascono, non sono più belli o più brutti, di quelli che sarebbero stati assistiti a Colleferro.
È la mancata risposta all’utenza del comprensorio di Colleferro il “nodo della questione”.
Il Direttore dell’Asl RmG Giuseppe Caroli, nell’affrettarsi a magnificare la scelta «dell’accorpamento dell’attività ostetrica e neonatologica di Colleferro e Palestrina», parla di «numeri importanti» riferendosi a 35 nascite in 26 giorni!
Probabilmente non ha fatto bene i conti: 35 nascite in 23 giorni (dal 6 Luglio a ieri) sono 1,52 nascite al giorno, e cioè 555 all’anno, sotto le normali performance dell’Ospedale di Palestrina…
E perché Caroli si inorgoglisce riferendo di effetti direttamente riconducibili a decisioni che non ha avuto la capacità di difendere al cospetto dei Sindaci? Lasciando poi il “lavoro sporco” alla Cabina di regia della Sanità del Lazio?
Di cosa ci si deve “beare” se l’Ospedale di Palestrina, come riferisce la signora, è davvero al collasso, e quello di Colleferro è – gioco forza – «non pervenuto»?
Dov’è il successo? Nei 555 nati/anno di Palestrina? E negli scomparsi 450 nati/anno di Colleferro?
A Colleferro l’Associazione in difesa dell’Ospedale “#lospedalenonsitocca” è in attesa non già del “responso” del Presidente della Repubblica (che – forse – arriverà quando nei reparti chiusi, ed ormai vuotati, non ci saranno più nemmeno le formiche), ma che tale ricorso (al Capo dello Stato) venga fatto (speriamo in tempo, almeno questo).
I “Sindaci del territorio” si augurano che una lettera possa bastare ad arginare lo svuotamento dei reparti chiusi…
E forse anche la veemente protesta dei cittadini, con i caldi dell’estate, andrà lentamente a sfiancarsi…
Si ha la sensazione che una seria questione di assistenza ospedaliera alla natalità, ed alla salute dell’infanzia, sia finita per essere solo una guerra di quelle che si fanno sui tavoli dei giochi di società… con le bandierine. Una guerra intrisa di campanili, di politica e forse anche di interessi economici (non pubblici), che ha perso di vista il “nodo della questione”.
Questa “calma apparente”, nelle more della preparazione del ricorso al Presidente della Repubblica, e dei relativi tempi di risposta, non ci convince…
Nel frattempo certa stampa sembra, direttamente od indirettamente, voler finire per farne una questione di campanile, così come in fondo hanno già fatto diversi politici, considerando Palestrina la “roccaforte” di esponenti eccellenti a livello regionale…
E intanto, nel corso della seduta di ieri sera (29 Luglio) il Consiglio Comunale di Colleferro ha approvato all’unanimità un ordine del giorno (questo •>) – presentato nella precedente seduta •> – con il quale si impegnano: «Il Sindaco, la Giunta e l’intero Consiglio Comunale, unitamente a tutti i Comuni che hanno già aderito, impugnando l’Atto aziendale con ricorso al Presidente della Repubblica, ad adoperarsi affinché l’azione intrapresa non venga inficiata e/o resa maggiormente difficoltosa nel ripristino dello “status quo ante” (= situazione precedente), dal continuo spostamento di materiali e mezzi in carico al nosocomio di Colleferro».
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Ma qualcuno sta davvero monitorando con obiettività quanto sta accadendo a valle di quella infausta decisione, sia a Palestrina che a Colleferro?
Chi di dovere ha un’idea reale di quanto sta accadendo ed accadrà nel territorio Asl RmG6 – facente capo al presidio ospedaliero di Colleferro – quanto all’assistenza sanitaria all’infanzia, oltreché alle gestanti/partorienti?
Abbiamo motivo di credere che la risposta a queste ultime due domande, purtroppo, sia negativa…
Ed è questo il “nodo della questione”.
Giulio Iannone