Colleferro. L’arte moderna sposa il passato: mostra collettiva di pittura e scultura contemporanea nei rifugi

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COLLEFERRO
(RM) – L’arte trova casa nei rifugi cittadini, per raccontare, con emozioni e sentimenti di oggi, un passato che fu, proprio in quei luoghi. Dal 25 gennaio al 9 febbraio, quelli che costituirono i rifugi antiaerei della popolazione durante il periodo bellico della seconda guerra mondiale, ospiteranno una mostra davvero singolare dal titolo “Immaginazioni dal sottosuolo.Luci e ombre della memoria”.

Diciannove artisti, provenienti da svariate parti d’Italia, sono stati chiamati a realizzare ed esporre un’opera ispirata dalla particolare storia dei rifugi di Colleferro, che hanno appreso documentandosi su testi storici e racconti orali degli stessi colleferrini.

“I rifugi sono un importante patrimonio storico della nostra città che vogliamo ulteriormente valorizzare – dice il sindaco Mario Cacciotti, motivando l’origine della mostra –. Già da diversi anni ne abbiamo riattivato l’uso, ristrutturandone una parte per poterla aprire al pubblico, e li utilizziamo sia per visite guidate, sia quale luogo ideale per iniziative culturali come, per dirne uno, la rappresentazione del presepe vivente. Sono uno dei pochi esempi esistenti in Italia di ricoveri sotterranei, e da sempre suscitano l’interesse e la curiosità di moltissime persone che giungono anche da altre regioni per visitarli”. “L’idea di questa mostra – spiega infatti il consigliere comunale Mario De Prete, che si occupa delle tematiche della Cultura – è nata con l’intento di offrire ulteriori momenti per vivere questo importante patrimonio collettivo e farlo conoscere, quindi, ad un sempre maggiore pubblico. Dando voce all’arte e attraverso le emozioni degli autori delle opere esposte, vogliamo inoltre offrire ai cittadini la possibilità di rivivere quel passato, che fa parte della nostra storia, non più con dolore ma con un’anima serena, mantenendo però vera e intatta la realtà di chi quel dolore l’ha vissuto o conosciuto attraverso il racconto dei propri cari”. La collettiva d’arte contemporanea, promossa dal Comune con l’organizzazione di Giancarlo Cecchetti, artista che espone anch’egli una sua opera, verrà inaugurata sabato 25 gennaio alle ore 18 e rimarrà aperta fino a domenica 9 febbraio, tutti i giorni, con i seguenti orari: 9-12, 16-19 (dal lun al ven) e 9-13, 16-19 (sab e dom). Per informazioni: Ufficio Cultura, Tel. 06/97203204.

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Descrizione mostra

L’esistenza dei rifugi è un elemento costitutivo della memoria collettiva del comune di Colleferro. Scavati negli anni ’20 del secolo scorso per ricavare la pozzolana usata per l’edificazione dei quartieri per operai e impiegati della fabbrica B.P.D., tornarono utili come ricovero durante gli allarmi aerei nella II Guerra Mondiale. All’inizio l’uso fu sporadico e limitato fino al cessato pericolo, ma nel ‘44, con l’avanzata delle forze alleate e la conseguente intensificazione dello scontro bellico, divenne quasi una scelta obbligata per i cittadini trasferirsi nei rifugi fino alla liberazione del ’45.
Nell’arco dei dodici mesi i rifugi si trasformarono in una vera città sotterranea (si stima che vi trovarono alloggio circa 1.500 persone) con tanto di anagrafe, cappella religiosa e sala da ballo. Quest’esperienza, segnata da una peculiare convivenza civile, nelle condizioni di necessità ed emergenza imposte dalla guerra, diventa un patrimonio unico da valorizzare e tramandare per non disperdere queste memorie di solidarietà e cooperazione umana. Sappiamo tutti, infatti, che la memoria è una fondamentale facoltà umana per trattenere e attualizzare impressioni e informazioni del passato. La capacità di rammemorare, però, tende ad essere soggetta ad un meccanismo psichico interno che è quello di rimuovere e ignorare eventi spiacevoli e traumatici, tanto nel singolo individuo quanto nella memoria collettiva, (appunto “le luci e ombre” del sottotitolo). In che modo, allora, si può ridare voce a questa eccezionale esperienza e ai protagonisti? La soluzione è stata rivolgerci all’arte per la sua abituale frequentazione dell’immaginazione, scegliendo un percorso tematico che privilegiasse l’aspetto individuale, esistenziale, la sensibilità e l’affettività per realizzare opere in qualche modo capaci di “rivisitare” e “interpretare” quella situazione di privazione, anche se trasfigurata in un presente diverso per cultura e mezzi tecnici. Al di là delle singole tecniche espressive (pittura, fotografia, installazioni, scultura), gli artisti invitati (nella maggioranza dei casi, da anni, attivi con personali e collettive) hanno elaborato lavori caratterizzati da due principali emozioni legate a questi tipi di esperienze: la speranza e la paura. Lavori segnati dalla riflessione individuale di artisti e persone, per recuperare tracce emotive scomparse.

Un impegno sociale dell’arte per la comunità, perché “ogni vicenda storica ha la sua verità, ma per fare in modo che una verità nasca, è necessario che vi sia chi la dice e chi ascolta. Cultura, memoria e impegno civile devono procedere di pari passo, poiché costituiscono il tramite più efficace per ricordare ciò che è accaduto. Ma il passato ha bisogno di linguaggi alternativi per emergere, per non sbiadire nella retorica e proprio nel passato, quello che resta, è la voce dei ricordi che stimola riflessioni artistiche, perché ricordare è già arte, è costituire vita o giustizia. L’arte che racconta il ricordo è un contributo a diffondere una cultura che sappia educare ad affrontare le tragicità della vita e uno strumento privilegiato di comunicazione delle vicende umane del passato. Dall’arte nasce la capacità di figurare e padroneggiare la paura dell’ignoto; di creare memorie e forme tangibili dello scorrere del tempo, trattenendo ricordi e fantasie; di creare simboli e linguaggi di condivisione di esperienze e significati”.
(Alessia Bonacquisti, estratto dal catalogo di presentazione della mostra).

Gli artisti che espongono sono: Antonella Aversa, Claudia Bellocchi e Carlos Mendes (in questa occasione in collaborazione, con il nome KalhyBelloxi), Cati Briganti, Marina Buening, Giancarlo Cecchetti, Venera Finocchiaro, Giorgio Fiume, Fabio Fontana, Ester Hueting, Pina Inferrera, Luisa Mazza, Debora Mondovì, Virginia Monteverde, Isabella Nurigiani, Alessio Paolone, Pasquale Pazzaglia, Valter Vari, Marilena Vita.