Colleferro. «Cibo vecchio ed avariato» all’Ospedale “Leopoldo Parodi Delfino”? (FOTO)
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COLLEFERRO (RM) – Fa piacere leggere nella homepage del sito istituzionale dell’Asl RmG, nell’area dedicata alle “News” in alto a destra, i ringraziamenti e gli elogi che gli utenti formulano nei confronti delle prestazioni sanitarie ricevute.
Fa piacere agli utenti, perché anche chi non ha avuto “il piacere” di usufruire dei servizi offerti dall’Asl, ne riceve un “feeling” di sicurezza, di tranquillità nel malaugurato caso ne dovessero avere bisogno…
Fa piacere alla dirigenza dell’Ente che può “fregiarsi” dei lusinghieri consensi raccolti presso l’utenza che serve…
Fa piacere agli operatori, i quali di quell’elogio, o di quel ringraziamento, sono i reali destinatari, essendo coloro i quali hanno operato in maniera tale da meritarsi un intervento diretto dell’assistito che decide liberamente di plaudire alla qualità del servizio ricevuto.
A scanso di equivoci, una cosa va detta: nei nostri ospedali ci sono professionalità, a tutti i livelli, di assoluta eccellenza, e la “costumer satisfation” (soddisfazione dell’utente) è, mediamente, ben al di sopra della sufficienza un po’ ovunque nel territorio di competenza della nostra Asl.
Non è da meno la struttura ospedaliera “Leopoldo Parodi Delfino” di Colleferro, anzi, raramente in quelle “News” di cui sopra, non è presente il nostro nosocomio con, a turno, i complimenti, i ringraziamenti e/o gli elogi per questa o quella Unità operativa (reparto), semplice e/o complessa che sia…
E lo stesso accade per la Uoc di Cardiologia, egregiamente diretta dal prof. Salvatore Toscano, alla quale fa riferimento la segnalazione oggetto di questo articolo.
Tutto ciò premesso, con l’esclusivo intento di collaborare al miglioramento del servizio offerto agli utenti, non possiamo esimerci dal “girare” agli uffici competenti della Asl, una segnalazione forte riguardante il trattamento alimentare dei pazienti.
Nell’immaginario collettivo troppo spesso si relega l’aspetto alberghiero della degenza in ospedale ad un ruolo di… secondo livello, nonostante da parte della stessa letteratura scientifica, proprio a questo aspetto venga riconosciuta una valenza particolarmente significativa.
Purtroppo nel caso che ci è stato segnalato, evidentemente, le cose non sono andate come avrebbero dovuto… almeno con riferimento all’episodio specifico, anche se le lamentele sullo stesso “capitolo” sono molto più numerose, anche se meno documentate, e non solo provenienti da quel reparto…
Tra le righe della lettera, che accompagna la documentazione fotografica che pubblichiamo, si legge:
«I pasti vengono consegnati in vaschette sigillate sulle quali non è indicata la data di preparazione, ma solo il numero del lotto e la data di scadenza (generalmente corrispondente al medesimo giorno in cui viene somministrato il pasto).[…] All’apertura delle vaschette, l’odore che viene fuori è tremendo e l’aspetto del contenuto è di cibo vecchio e avariato.[…] Premetto che alcune vaschette, ancora sigillate, sono state anche esibite presso il locale comando dei Carabinieri… Ed anche che lo scopo di questa denuncia è quello di mettere fine ad una situazione spiacevole a tutela di quelle persone che non hanno la possibilità di contare su qualcuno, come me, che gli porta il cibo da fuori…».
Nella stessa lettera, siamo stati invitati a verificare di persona la veridicità di quanto affermato, ma non riteniamo di essere in grado di valutare con criteri oggettivi la qualità del cibo somministrato ai pazienti di quel reparto o di quel nosocomio o dell’intera Asl.
Certo è che se le lamentele, soprattutto in tempi recenti, sono aumentate in maniera significativa… un motivo ci sarà… ed anche guardando le foto… Per ora dunque ci limitiamo a segnalare il fatto, senza nemmeno aggiungere aggettivi, lasciando alla coscienza di chi di dovere, il compito di intervenire nei modi, nei luoghi e nei tempi opportuni…
Giulio Iannone