Roma. Sax e pianoforte, ottimo connubio per un concerto organizzato dal Rotary Club di Subiaco

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ROMA – Il Rotary Club di Subiaco ha organizzato, come ormai da consolidata tradizione, con notevole successo, un singolarissimo concerto scegliendo, stavolta, un duo decisamente originale: sassofono e pianoforte.

L’evento si è svolto presso il rinomato locale romano “Rinaldo all’Acquedotto” alla presenza di numerosissimi rotariani della Capitale e di Pescara e Chieti. Il programma  prevedeva l’esecuzione di brani composti nel periodo compreso tra la metà del 1800 e la metà del 1900, tutti caratterizzati da una grande capacità di suscitare forti emozioni. Ciò, infatti, è avvenuto anche in virtù della più che consolidata professionalità e simpatia dei due musicisti: il M° Gaetano Di Bacco al sassofono ed il M° Giuliano Mazzoccante al pianoforte. Tra i numerosi presenti c’erano anche  alcuni rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo; tra costoro la famosa attrice Barbara Bouchet. Il presidente del Rotary Club di Subiaco Pierluigi Cesari ha aperto la manifestazione dando il benvenuto ai presenti ed in particolar modo ai soci giunti appositamente da Pescara e da Chieti, guidati dal loro presidente Orlando Orsini.

L’impareggiabile e dinamico organizzatore Luciano Rosati, rotariano di ferro e noto esperto musicale romano, ha poi brevemente (ma in modo assai esaustivo) parlato del concerto in generale, dei musicisti esecutori e del “sassofono” in particolare, sottolineando la sua eccezionale sonorità e che si tratta di uno strumento di invenzione relativamente recente, brevettato dal suo inventore Adolphe Sax nel lontano 1846. Luciano Rosati, con grande maestria e passione ha poi parlato del “suono” di questo strumento che potrebbe essere definito piuttosto una “voce” poiché è assimilabile a quella umana. L’organizzatore ha inoltre espresso una curiosità legata a questo particolare strumento che fa parte della famiglia dei “legni” e non degli “ottoni”, come sarebbe facile supporre, per la sua appariscente costituzione principalmente fatta di questa luccicante lega.

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«Il sassofono – ha poi aggiunto Luciano Rosati – è nato in pieno clima della Grand-Opera, quando i maggiori compositori del momento tra i quali Berlioz, Massenet, Bizet e Rossini, hanno inserito questo nuovo strumento nell’organico orchestrale di diverse loro opere. Con l’avvento del Jazz il sassofono, dalle mille sfumature e sonorità e realizzato nelle varie versioni tonali (dal contrabbasso al baritono, dal enore al contralto, soprano, sopranino, etc…), è stato travolto da questa nuova corrente musicale diventandone uno degli strumenti essenziali».

Il primo brano in programma è stato “Scaramouche” di Darius Milhaud la cui “verve” molto coinvolgente, è efficacemente espressa nel corso dei suoi tre brevi movimenti, di cui la Brazileira finale mette in evidenza l’esperienza brasiliana del compositore. E’ seguita poi l’esecuzione della sonata Opera 19  in tre movimenti di Paul Creston nella forma musicale più tradizionale dello stile neoclassico. E’ una delle più singolari opere mai scritte per sassofono e pianoforte e richiama l’interesse al jazz di molti stili della musica colta americana.

La seconda parte del programma è iniziata con un importante brano del compositore belga Jule Demersseman dal titolo “Fantaisie sur un thème original”. Si tratta di una composizione in pieno stile rossiniano, scritta appena venti anni dopo l’invenzione del sassofono, nel 1861, quando l’autore era immerso nel clima dell’Opera di Parigi. Questo lavoro testimonia la grande popolarità raggiunta dal sassofono già a pochi anni dalla sua invenzione.

La “Rapsody in Blue” dello statunitense George Gershwin era particolarmente attesa perché, a differenza dei precedenti brani, meno noti, quest’opera è molto conosciuta ed apprezzata per la sua struttura che presenta spunti molto orecchiabili e soprattutto piacevoli anche per chi non ascolta abitualmente la musica jazz. Nata per essere eseguita con due pianoforti, è stata trascritta in differenti versioni mantenendo sempre il suo inconfondibile carattere americaneggiante. La versione eseguita in questo rotariano concerto di Roma utilizza i due strumenti in modo impeccabile ed assai equilibrato, mettendo in evidenza i temi più caratteristici dell’intera composizione. Con questo brano i due musicisti hanno saputo catalizzare ancora di più l’attenzione del pubblico presente, suscitando in esso fortissime emozioni.

Il programma ufficiale si è concluso con un brano intitolato “Pequeña Czàrdàs”, del sassofonista e compositore spagnolo Pedro Iturralde il quale, sulla falsariga della famosissima Czàrdàs di Vittorio Monti, ha dedicato al sassofono questa esilarante composizione dove i numerosi virtuosismi, al limite delle possibilità umane, sono stati messi in grande rilievo.A conclusione di questo concerto ed in virtù del grande successo ottenuto, non sono mancati scroscianti, calorosi e prolungati applausi con richieste di bis che i due bravi musicisti hanno concesso senza esitazione. Sono così stati eseguiti due famosissimi brani di Astor Piazzola: “Oblivion” ed il tango “S’il vous plait”. La serata è poi proseguita con un piacevole incontro conviviale e con un aperitivo di benvenuto gentilmente offerto dal noto proprietario del ristorante romano, Rinaldo Di Pasquo. Questa “appendice” al concerto ha permesso di dare un seguito interessante e piacevole, durante il quale i numerosi presenti si sono incontrati direttamente con i protagonisti della serata. Ciò ha permesso inoltre di conoscersi e commentare nel dettaglio lo straordinario successo del concerto. «In definitiva – ha detto soddisfatto l’organizzatore Dr. Luciano Rosati – si è trattato di una serata trascorsa con l’attento ascolto di una grande musica eseguita da due artisti d’eccezione già da tempo affermati a livello nazionale ed internazionale.

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