Roma. Operazione “Vecchio Cashmere” dei Carabinieri. In manette banda “multietnica” specializzata in furto e ricettazione di capi di abbigliamento pregiati e griffati

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ROMA – 6 provvedimenti cautelari personali e 7 perquisizioni domiciliari, tutte nella provincia di Roma.

È questo il bilancio dell’operazione “Vecchio Cashmere”, condotta dai Carabinieri della Stazione Roma Medaglie d’Oro, nei confronti di una banda “multietnica” specializzata nei furti e nella ricettazione dei capi di abbigliamento pregiati e griffati.

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3 persone sono state poste agli arresti domiciliari (un cittadino cileno, uno spagnolo e una donna romena) mentre per altre 3 (un uomo e due donne italiani) è scattata la misura dell’obbligo di firma.

Gli indagati, in totale 7, sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al furto ed alla ricettazione. Il furto degli abiti era, talvolta, commissionato da privati secondo precise indicazioni circa il modello, la marca, il colore, la taglia ed il tessuto del capo da rubare.

L’attività investigativa, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Tiziana Cugini, è stata interamente condotta dai militari della Stazione Roma Medaglie D’Oro che, tra febbraio e aprile di quest’anno, sono riusciti a individuare le attività illecite del gruppo formato da quattro italiani, un cittadino spagnolo, un cittadino cileno e un cittadino romeno.

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La banda era riuscita ad allestire un remunerativo sistema criminale incentrato sul furto e la ricettazione di capi di abbigliamento pregiati.
Nel corso delle indagini, uno dei soggetti colpiti dall’ordinanza di oggi era stato già denunciato a piede libero per tentato furto aggravato: era stato sorpreso mentre stava tentando di appropriarsi di 2 costosi cappotti marchiati Fay e Moncler in una boutique in zona Balduina.

Ogni giorno, gli indagati individuavano il negozio da colpire – meglio se specializzato nella vendita di capi di abbigliamento griffati – e scelti gli abiti da rubare in base alle richieste dei loro “clienti”, mettevano a segno il furto utilizzando una borsa schermata, in grado, cioè, di eludere il segnale dei dispositivi elettronici antitaccheggio.
A furto compiuto, il principale esponente della banda si occupava dell’immediata vendita della refurtiva a privati.

Il giro d’affari stimato dai Carabinieri si aggirava intorno ai 10mila euro mensili. Le 6 misure cautelari sono state eseguite nei confronti dei destinatari, tutti localizzati nella Provincia di Roma.
Nel corso dell’operazione e delle perquisizioni di questa mattina, i carabinieri hanno recuperato merce griffata, rubata dalla banda, per un valore totale di circa 100mila euro.