Colleferro. Una stupenda serata dedicata all’alpinista Daniele Nardi ad un anno dalla scomparsa sullo sperone Mummery del Monte Nanga Parbat
COLLEFERRO (Eledina Lorenzon) – C’è stata davvero una grande partecipazione di pubblico alla serata che si è svolta lo scorso Sabato 29 Febbraio presso l’Auditorium Fabbrica della Musica di Colleferro, dedicata all’alpinista Daniele Nardi, ad un anno dalla scomparsa sullo sperone Mummery del Nanga Parbat.
L’evento è stato organizzato dalla Sezione Cai di Colleferro presieduta da Bruno Massimei con il Patrocinio del Comune di Colleferro ed il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Roma.
Erano presenti il Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna, il Presidente GR Cai Lazio Amedeo Parente, gli alpinisti Tarcisio Bellò, Stefano Milani e Cristiano Iurisci, amici e compagni in tante imprese nonché Alessandra Carati che insieme a Daniele, ha scritto il bellissimo libro “La via perfetta” edito da Einaudi. Presenti in sala anche la moglie Daniela Morazzano, il piccolo Mattia e la famiglia tutta.
A moderare la serata ed introdurre i vari interventi sono stati due giovani soci Cai: Elena Provantini e Valerio Rossano che con grande professionalità e passione hanno saputo creare un’atmosfera davvero magica ed emozionante, facendo rivivere Daniele e la sua passione per la montagna.
Una passione che ha portato lui, ragazzo che veniva da un posto sotto il livello del mare, quale la pianura pontina, non senza difficoltà e pregiudizi, a scalare l’Everest ed il K2, le due vette più alte al mondo, poi il Cho Oyu, nel 2002, il Broad Peak (8.047 metri), il Nanga Parbat (8.125 metri), la Middle dello Shisha Pangma (8027 metri) e l’Aconcagua (la montagna più alta del Sud America).
Daniele era stato, tra l’altro, insignito del Piolet D’or, l’Oscar internazionale della montagna, un premio che è stato il risultato di due progetti esplorativi, uno in Pakistan con l’apertura della Telegraph Road, l’altro in Italia con la nuova via sul Monte Rosa.
Dopo i saluti ed i ringraziamenti di Bruno Massimei a quanti hanno permesso la realizzazione dell’evento – in primis il Comune di Colleferro per aver concesso l’Auditorium e la Banca di Credito Cooperativo di Roma da sempre main sponsor delle manifestazioni della locale Sezione Cai – ed al numeroso pubblico presente, ha lasciato spazio ai vari ospiti ed alle loro emozionanti testimonianze.
Il primo intervento è stato quello di Stefano Milani, anche lui pontino, compagno delle prime esperienze di Daniele con cui ha scalato tutte le vette dei Lepini, straordinarie palestre di arrampicata per entrambi.
Stupendo il video che ha voluto condividere con il pubblico con foto e brevi clip delle imprese di un giovanissimo Daniele.
A seguire la testimonianza di Cristiano Iurisci, l’uomo dell’Appennino, che con Daniele e Luca Mussapi aprì una nuova via sulle Murelle nel massiccio della Majella.
Subito dopo è stata la volta di Tarcisio Bellò, classe 1962 con all’attivo quindici spedizioni extraeuropee, con la scalata tra l’altro dell’Everest dal versante tibetano, del Dhaulagiri ed un tentativo al K2, pur non essendo mai stato alpinista per professione.
Una profonda amicizia lo legava a Daniele e nella sua testimonianza ha analizzato l’impresa sul Narga Parbat, una delle quattordici montagne che superano gli 8000 e sicuramente una delle più difficili, in particolare se la si affronta dallo sperone Mummery, che nessuno è, ad oggi, mai riuscito a realizzare.
Uno sperone che aveva catturato l’immaginazione di Daniele spingendolo a tentarne la conquista per ben quattro volte, fino al quinto tentativo, fatale per lui e per il compagno di cordata Tom Ballard, quando erano ad un passo dalla conquista della vetta.
Straordinario è stato anche il video che racchiude le testimonianze di Daniele in varie occasioni e soprattutto le foto dell’impresa sul Narga Parbat, cercando di ipotizzare le possibili cause della tragedia, ma ribadendo fermamente che Daniele e Tom avevano organizzato la spedizione nel modo più capillare possibile e che sicuramente l’incidente non fu dovuto alla spregiudicatezza od alla voglia di riuscire a tutti i costi!
È stato anche ricordato come Daniele fosse impegnato nel sociale, era ambasciatore per i Diritti Umani nel mondo sostenendo progetti di solidarietà in Nepal e Pakistan.
Più di 20mila sono stati gli studenti incontrati nelle scuole del Lazio e insieme all’Associazione Arte e Cultura per i Diritti Umani Onlus, ha promosso la campagna mondiale “Gioventù per i Diritti Umani”.
Saranno tanti anche i progetti che verranno realizzati – nel nome di Daniele ed in collaborazione con “Montagne e Solidarietà” Onlus – con quanto rimasto dalla raccolta fondi, destinata inizialmente a far fronte alle spese per le ricerche avviate subito dopo la tragedia.
Sarà infatti costruita una scuola di Alta Montagna in Nepal che porterà il suo nome ad uso di tutti gli appassionati di alpinismo.
A chiudere la serata è stato l’intervento commosso di Alessandra Carati, che ha portato a termine il bel libro “La via perfetta”, edito da Einaudi, in cui viene raccontata l’avventura dell’ultima impresa, tenendo fede alla richiesta di Daniele, con cui aveva iniziato a scriverlo: «Se non dovessi tornare dalla spedizione, desidero che Alessandra continui a scrivere questo libro perché voglio che il mondo conosca la mia storia».
Dalla lettura si staglia la figura non solo dell’alpinista, ma anche dell’uomo con le sue forze e le sue debolezze, le certezze ed i dubbi, i successi ed i fallimenti, ma soprattutto si evidenzia ancora una volta, se necessario, il suo grande, incondizionato amore per la montagna che non era follia, ma consapevole passione!
Proponiamo di seguito l’intervento integrale della scrittrice.