Colleferro. Inaugurata la mostra “Stelle. Quando i poeti erano divi”. Resterà aperta al pubblico fino all’8 Marzo presso la Biblioteca Riccardo Morandi
COLLEFERRO (Eledina Lorenzon) – È stata inaugurata nella giornata di Mercoledì 15 Febbraio nei locali attigui alla Biblioteca Riccardo Morandi, la fantastica mostra fotografica e documentaria proveniente dalla Collezione “Oriente-Piscolla” dal titolo “Stelle. Quando i poeti erano divi”, realizzata in sinergia tra il Comune di Colleferro, il Liceo Marconi – I.I.S. di Via delle Scienze e la sezione Anpi La Staffetta Partigiana.
La mostra è frutto di un Pcto (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) “Finestre sul moderno” che ha visto la partecipazione, nelle fasi di preparazione dell’evento, di studenti e studentesse delle classi quinte del Liceo ed ha inoltre programmato una serie di conferenze lezioni sul tema, che si sono svolte nell’Aula di Alta Formazione nei giorni:
- 13 Gennaio – Lezione del Prof. S. Oriente “Le intermittenze del cuore”
- 27 Gennaio – Lezione del Prof. V. Gentile su “τὸποι holliwoodiani in G. Papini, T. Landolfi, D. Buzzati e I. Calvino”
- 3 Febbraio – Lezione del Prof. M. Saccucci su “Lo sperimentalismo degli anni 60”;
- 10 Febbraio – Lezione del Prof. R. Mataloni su “Poeti del Novecento alla radio, in Tv, su vinile”;
- 16 Febbraio – Lezione della Prof.ssa M. Valle su “Pier Paolo Pasolini. Stupenda & misera città”.
All’inaugurazione erano presenti il Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna, il Consigliere con delega alla Cultura Luigi Moratti, l’Ass. Diana Stanzani, la Presidentessa della sezione Anpi “La Stafetta Partigiana” Amalia Perfetti, il Dirigente Scolastico Antonio Sapone ed il curatore della mostra Sergio Oriente.
Nella Biblioteca, dopo i saluti istituzionali delle Autorità, Amalia Perfetti ha introdotto il Prof. Oriente che ha illustrato al numeroso pubblico presente i temi trattati dalla mostra.
«Il titolo – ha sottolineato – è volontariamente molto pop perché racconta una stagione molto glamour e particolare della nostra letteratura. E’ l’epoca in cui l’Italia sta attraversando un periodo di benessere, il cosiddetto boom economico e gli Italiani si scoprono improvvisamente affamati di gossip, di pettegolezzi, di frivolezze, di rotocalchi di notizie sui giornali. Roma è invasa da star del cinema e si scopre la Hollywood sul Tevere, da via Veneto e a Piazza del Popolo stazionano divi, star del cinema, musica internazionale.
È la stagione dei paparazzi, della dolce vita, titolo che a tutti immediatamente ci ricollegano a questi anni. Improvvisamente quello che ci stupisce è che tutto questo apparato di paparazzi, mondanità, frivolezze anche di gossip, foto sui rotocalchi, notizie e servizi fotografici investe il mondo della letteratura: i poeti, i letterati e gli intellettuali per i quali ad un certo punto vediamo che la fama arriva al di là del libro, proprio dall’immagine, che oggi è soprattutto immagine sui social o televisiva, all’epoca è l’immagine sui rotocalchi».
In mostra molti sono i giornali e le riviste che all’epoca andavano per la maggiore, tutti naturalmente pezzi originali, con tirature da due milioni di copie; era la stagione della grande editoria giornalistica.
Chi finiva sulla rivista o sui giornale diventava improvvisamente un volto noto e i poeti e gli scrittori diventano noti al di là degli ambienti strettamente interessati alla letteratura. Diventano icone, divi e celebrità.
Nella “Dolce vita”, scritta a quattro mani da Fellini e Flaiano, grandissimo scrittore, che è stato il critico e l’occhio più lucido su questi anni della dolce vita, a cui il curatore ha dedicato uno spazio della mostra, è rappresentata una Roma che, in quegli anni, è passerella e tritacarne perché chiaramente la celebrità dura molto poco ed il curatore ha fatto accenno al racconto satirico-fantascientifico “Un marziano a Roma” dello stesso Flaiano dove un’astronave atterra a Villa Borghese, i giornali impazziscono, paparazzi, foto, interviste. Tempo un mese e nessuno si interessa più al marziano, a dimostrazione di come la città eterna prima accoglie la novità, poi beffeggia, dimentica e brucia.
Il curatore ha tratteggiato la figura di Pier Paolo Pasolini «che impersona, come nessun altro questa stagione, simbolo indiscusso, sicuramente il personaggio più fotografato nella seconda metà del Novecento e nessuno più di lui ha incarnato, anche tragicamente, il successo e la persecuzione. La notorietà di Pasolini è ancora oggi grandissima e questo anno, in cui si è festeggiato il centenario dalla nascita. ha sancito una volta di più che Pasolini è un mito, un’icona in tutto il mondo.
Una notorietà che nel suo presente si è concretizzata in un accanimento quasi quotidiano contro la sua persona, del dileggio in quanto omosessuale ed in quanto comunista, ma sempre critico con il partito comunista
Anche per questo motivo Pasolini è simbolo e autore della contemporaneità, incarnandone tutti i paradossi, un autore scolastico, ostico ed indigesto di cui non possiamo più fare a meno perché è una specie di chiave di comprensione del Novecento. Indubbiamente Pasolini ha utilizzato tutti i mezzi della modernità possibili, cinema, musica, la televisione, che pur detestava, per arrivare a più persone possibili».
Il Prof. Oriente ha chiuso il suo intervento rivolgendosi ai tanti studenti presenti con una frase di Pasolini molto abusata, ma di grande intensità:
«Non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità, della mutria cretina, della serietà ignorante. Sii allegro […] T’insegneranno a non splendere. E tu splendi, invece».
Il numeroso pubblico presente ha poi potuto accedere alla Mostra che racconta, attraverso fotografie vintage e riviste d’epoca, il rapporto tra scrittori e società dello spettacolo negli anni ’60, partendo appunto dalla figura di Pier Paolo Pasolini, ma si possono ammirare circa centocinquanta foto vintage d’autore e di grandi agenzie attive in quegli anni.
Moltissimi gli scrittori ritratti: Alberto Moravia, Elsa Morante, Dacia Maraini, Carlo Levi, Giuseppe Ungaretti, Eugenio montale, Sandro Penna, Salvatore Quasimodo, Carlo Emilio Gadda e altri ancora.
Una mostra in cui immergersi per ritrovare l’atmosfera di quegli anni culturalmente vivaci ed anche un po’ folli, una mostra che permette ai più anziani di rivivere volti, personaggi e situazioni del passato e ai più giovani di conoscere un Paese dove i poeti, i letterati ed gli intellettuali erano al centro di un’attività culturale intensa.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al prossimo 8 Marzo con ingresso è gratuito e in orario dal lunedì al Venerdì 9-18, Sabato 9-13.