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Aste pilotate e non solo al Tribunale di Latina. Un magistrato ed un cancelliere tra gli 8 arrestati della Polizia di Stato

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Tribunale di Latina

LATINAStamane, 21 Marzo, le Procure della Repubblica di Perugia e Latina, all’esito di articolate indagini, anche di carattere patrimoniale, hanno delegato alla Polizia di Stato, Squadra Mobile della Questura di Latina, l’esecuzione di ordinanze cautelari emesse dai Giudici per le Indagini Preliminari di Perugia e Latina, di cui 4 in regime di detenzione in carcere e 4 agli arresti domiciliari, a carico, fra gli altri, di un magistrato ed un cancelliere, entrambi in servizio presso il Tribunale di Latina, alcuni professionisti ed un sottufficiale della Guardia di Finanza.

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I reati contestati vanno dalla corruzione, alla corruzione in atti giudiziari, alla concussione, all’induzione indebita a dare o promettere denaro od altra utilità, alla turbativa d’asta, al falso ed alla rivelazione di segreto nonché all’accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico aggravato dalla circostanza di rivestire la qualità di pubblico ufficiale.

Le indagini, coordinate in proficua collaborazione dalle Autorità giudiziarie del capoluogo pontino ed umbro, erano state avviate in seguito ad una denuncia presentata presso la Procura della Repubblica di Latina, in cui si prospettavano fatti di bancarotta nell’ambito di un concordato preventivo.

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Ben presto lo sviluppo dell’attività investigativa, delegata alla Squadra Mobile di Latina, che le ha condotte con estrema professionalità e competenza, ha portato ad emersione un consolidato sistema corruttivo, grazie al quale i consulenti nominati dal giudice nelle singole procedure concorsuali, abitualmente corrispondevano a quest’ultimo una percentuale dei compensi a loro liquidati dal giudice stesso.

E’ inoltre emersa l’esistenza di azioni illecite volte ad influenzare il corretto svolgimento delle aste disposte dal Tribunale di Latina per la vendita di beni oggetto di liquidazione nelle procedure concorsuali.

Allo stesso modo, nel corso delle indagini, sono state accertate reiterate attività di accesso abusivo al sistema informatico del Registro Generale della Procura della Repubblica di Latina, al fine di consentire ad alcuni soggetti sottoposti ad indagine di poter eludere le attività investigative a loro carico, attraverso la conoscenza di dati coperti da segreto istruttorio.

Le misure cautelari disposte dal Tribunale di Perugia riguardano il giudice Antonio Lollo, 48 anni, della sezione fallimentare, i commercialisti Marco Viola, 53 anni, Massimo Gatto, 51 anni e Vittorio Genco, 55 anni, tutti finiti in carcere. Coinvolta anche la moglie del giudice, Antonia Lusena, 45 anni, veterinario, è ai domiciliari, mentre la madre di lei, nonostante sia stata trovata con una ingente somma di denaro (350mila euro), sarebbe stata arrestata per detenzione di munizioni da guerra. Tra queste ordinanze ce n’è anche una a carico del sottufficiale della Finanza in servizio in Procura, Roberto Menduti, 42 anni. La misura cautelare disposta dal Tribunale di Latina, invece, riguarda Rita Sacchetti, 57 anni, cancelliera della sezione fallimentare, e Luca Granato, 43 anni, imprenditore e amministratore di una società che sarebbe stata utilizzata per intervenire nelle aste. Entrambi sono ai domiciliari.

Sono in corso altresì attività finalizzate al sequestro dei profitti di reato, rappresentati da denaro contante ed oggetti preziosi, stimabili allo stato approssimativamente in una cifra superiore al milione di euro.

Le attività sono state coordinate dal Procuratore Aggiunto Dott.ssa Antonella Duchini, della Procura di Perugia, e dal Procuratore Aggiunto Dott.ssa Nunzia D’Elia, della Procura di Latina.